“Vedi Elisa, scegliendo la ragioneria avrai subito un diploma” disse la mamma. Ma io scelsi di fare il liceo scientifico, semplicemente “perchè c’era più matematica nel programma scolastico”. Scelta che ha indubbiamente facilitato il mio percorso universitario. Nel 2007 mi sono iscritta al corso di laurea triennale in “Matematica ed Applicazioni” dell’Università degli Studi di Camerino e, nel 2010, ho confermato l’indirizzo applicativo nella stessa università per la laurea specialistica. Durante il percorso di studi universitario, alla frequente domanda “hai scelto matematica perchè vuoi fare la professoressa?”, rispondevo che la professoressa era l’unica cosa che sapevo di non voler fare e che, piuttosto, avrei preferito utilizzare la matematica in azienda, applicarla nell’industria. La reazione più comune a questa spiegazione era una sorta di silenzio, misto a facce perplesse, quasi smarrite, quelle di chi non conosce i mestieri dei matematici. Proprio cosí: spesso nella gente rimane il ricordo di quella materia tanto odiata tra i banchi di scuola e che non serve a nulla, a meno che uno non si voglia far odiare insegnandola nelle scuole.

Terminati gli studi ad Aprile 2013 con una tesi triennale su “la matematica nel gioco degli Scacchi” e una tesi specialistica sull’analisi della complessità di sistemi di cifratura e decifratura, provai a mandare il mio curriculum ad alcune aziende nelle Marche, affascinata dal fatto che, ad esempio, alla Clementoni ci sono dei matematici impiegati nello sviluppo di giochi creativi per bambini.

Nel frattempo, mi sono cimentata nelle tanto richieste “ripetizioni di matematica” a ragazzi di scuole medie e superiori. Sfida non banale, quella di far apprezzare ai ragazzi l’indiscussa bellezza della matematica. Indiscussamente bello è anche il sentirsi dire dai ragazzi: “con te ho capito in cinque minuti quello che la prof prova a spiegarmi da due settimane”. Soddisfazioni. E conferme del fatto che la matematica viene spesso odiata perchè, in fondo, la fanno odiare. In ogni caso, la professoressa rimaneva l’unico mestiere che sapevo di non voler fare.

Nell’impaziente attesa di questo mondo lavorativo che sembrava tacere di fronte ad una neolaureata, nell’estate 2013 decisi di contattare il Prof. Renato De Leone dell’Universita di Camerino per poter partecipare ad un bando promosso dalla stessa univesità per l’assegnazione di borse di studio a neolaureati magistrali per un periodo di specializzazione all’estero. Il Prof. De Leone, disponibilissimo, propose una collaborazione con il Prof. Stefan Pickl dell’università delle forze armate di Monaco di Baviera, Universität der Bundeswehr München.

Con i due professori come referenti, sono risultata tra i vincitori del bando con un progetto sullo sviluppo di modelli di System Dynamics (dinamica dei sistemi) per l’ottimizzazione dei processi aeroportuali, nello specifico, analisi delle strategie d’imbarco dei passeggeri nell’aereo. Sì, era arrivato il momento di applicare quell’apparentemente astratta matematica alla realtà.

Con la testa piena di formule, il cuore pieno di sogni, e uno zaino quasi vuoto in spalla da colmare con questa nuova avventura, ero pronta per un “salto” verso quello che si è rivelato un trampolino di lancio per la mia carriera. Infatti, appena terminata la borsa di studio, il Prof. Pickl e la Prof. Ulrike Lechner mi proposero di rimanere all’università per una posizione di dottorato europeo nel progetto “NITIMesr” sul “Crisis Management” finanziato dalla Commissione Europea nel programma del Marie Curie Research & Actions (https://ec.europa.eu/research/mariecurieactions/).

Ero entusiasta all’idea di prolungare l’esperienza all’estero e sentivo di potermi fidare di quei professori che stavano credendo in me e delle conoscenze matematiche (indispensabili!) acquisite durante la formazione italiana. A Maggio 2014 iniziai il percorso di dottorato come Marie Curie Research Fellow. Ne seguiva la possibilità di continuare ad applicare System Dynamics nel campo della sicurezza informatica per le infrastrutture critiche. Fantastico. Ma non potevo di certo immaginare a priori l’intero contesto. Contesto che si faceva ancor più internazionale, grazie al programma di dottorato promosso dalla NiTiM International Graduate School (http://www.nitim.org/Home) di cui sono “fellow”, e più interdisciplinare, vista la possibilità di presentare la mia ricerca a moltissime conferenze (in Europa e USA) e partecipare a corsi formativi promossi dalla NATO.

Giramondo e instancabile nel mio sogno di avere un’esperienza nell’industria, riuscii ad ottenere una collaborazione con Airbus Group e per 9 mesi ho condotto la mia ricerca nel Cyber Security Research Lab nella sede di Ottobrunn. Invitata dalla Prof. Margaret Brandeau, ho successivamente trascorso 2 mesi nel dipartimento di “Engineering and Management Science” di Stanford University, in California, dove mi sono dedicata all’applicazione di tecniche di Game Theory (Teoria dei Giochi) per analizzare problemi di Cybersecurity (sicurezza informatica).

Ad Aprile 2017 ho consegnato la tesi di dottorato su “Dynamic Interdependency Modeling for Cybersecurity of Critical Infrastructures”. Immersa nella stesura della tesi, sono stata invitata ad un colloquio di lavoro da IABG mbH (http://www.iabg.de), azienda tedesca di circa 1500 dipendenti impegnata in vari settori per lo sviluppo di nuove tecnologie. E da Maggio 2017 lavoro nel centro per l’innovazione di IABG mbH come leader di progetto per lo sviluppo di modelli matematici per l’analisi della sicurezza di infrastrutture critiche.

A grandi linee, questa è la mia storia. Io sono Elisa Canzani, 29enne di Civitanova Marche, da sempre grande sportiva e amante degli animali, tanto che da piccola sognavo un futuro come fisioterapista o veterinaria. La matematica però mi ha sempre divertita e appassionata, tanto da prendere il sopravvento, professionalmente, sullo sport, che comunque non ho mai abbandonato a livello amatoriale. Fiera di aver ricevuto una formazione universitaria italiana, che predilige l’insegnamento di profonde basi teoriche, di quella matematica che inizialmente risulta un po’ difficile da digerire ma che a lungo termine porta frutto. Frutto che per ora è stato raccolto a Monaco di Baviera, dove vivo “casualmente” da 4 anni. In azienda (sí, finalmente in azienda!) lavoro con un team di 6 persone (tra cui matematici, fisici, e informatici) nel dipartimento di “Predictive Analytics and Decision Support”. Sviluppiamo sistemi di supporto basati su analisi dei dati per la costruzione di modelli di simulazione che facilitano decisioni a livello strategico, in ambito principalmente militare, e a livello operativo, nel settore della mobilità e dei trasporti.

E chissà se il futuro mi riserva un ritorno in Italia. Probabilmente questo desiderio era già lí, in fondo allo zaino che non era del tutto vuoto al momento della partenza per la Germania.