Rosalina Mastronardi

La mia avventura con la Matematica ha avuto inizio al liceo, quando restavo incantata ad ascoltare le spiegazioni del mio Professore e non vedevo l’ora di tornare a casa per dedicare il mio tempo alla risoluzione degli esercizi. Spinta da questa grande passione, mi iscrissi ad occhi chiusi al Corso di Laurea Triennale in Matematica all’Università di Bari, perché sentivo che era quella la mia strada e non riuscivo ad immaginarne altre.

Negli anni universitari mi sono tuffata nel mondo dell’Analisi, della Geometria e dell’Algebra, che è ben diverso dalla Matematica studiata al liceo: si parte da concetti semplici e mediante il ragionamento si arriva a dimostrare l’esistenza di strutture astratte molto complesse. Seguendo i corsi di Analisi Numerica ho capito che ciò che mi affascina maggiormente è applicare la teoria studiata ad altri campi scientifici, come l’informatica, l’economia e la medicina, con il fine di cercare e trovare la formula matematica, o meglio il modello matematico, che spiega la forma, il funzionamento o il comportamento di ogni cosa che ci circonda.

Quando la Prof.ssa Mazzia mi ha contattata per propormi un argomento per la tesi sperimentale del Corso di Laurea Magistrale, non riuscivo a credere che mi sarei occupata di ciò che desideravo di più: studiare un problema del mondo reale e trovare una soluzione applicando metodi matematici.

L’argomento mi è stato dato dall’azienda Ligi Tecnologie Medicali, che ha sede a Taranto e produce dispositivi medici per correggere i difetti refrattivi dell’occhio (come miopia e ipermetropia) mediante trattamenti di chirurgia refrattiva. Cosa c’entra la Matematica con tutto questo? L’oculista, per decidere se è possibile operare un occhio e, in tal caso, definire il trattamento specifico da eseguire, analizza i dati morfologici e refrattivi della cornea, che è la parte più esterna dell’occhio. Queste informazioni sono fornite da un dispositivo prodotto dall’azienda, che acquisisce 60 immagini della cornea ed estrapola da queste un insieme di punti sparsi nello spazio 3D che vengono approssimati con una superficie spline. L’oggetto della mia tesi è stato proprio lo studio da un punto di vista teorico del metodo di approssimazione spline utilizzato in azienda e l’ottimizzazione di tale metodo. Oltre ad avere la possibilità di analizzare un problema reale, questo lavoro mi ha permesso di conoscere i linguaggi di programmazione Fortran, in cui era stato implementato originariamente il metodo, e C++, utilizzato nei software dei dispositivi aziendali.

Dopo essermi laureata nel 2011, mi è stato proposto di entrare a far parte dell’area Ricerca & Sviluppo dell’azienda, dove lavoro tuttora. Durante il tirocinio ho proseguito il lavoro di tesi, successivamente mi sono occupata dell’analisi statistica di dati provenienti dai dispositivi aziendali per accertarne l'efficacia e sono stata inserita nella progettazione e realizzazione del software di un dispositivo medico, in cui mi sono occupata delle varie fasi che costituiscono il ciclo di vita di un software (analisi dei requisiti e delle specifiche dei requisiti, casi d'uso, test di verifica e di validazione, manuale d'uso).

Nonostante non utilizzi direttamente molte delle nozioni imparate durante gli studi, nel lavoro che svolgo quotidianamente è determinante la forma mentis acquisita durante gli studi e, in particolare, l’approccio metodico e razionale nell’affrontare e risolvere qualsiasi problema.