Ho sempre amato la Matematica, se per i miei compagni era complicata e astrusa io la trovavo invece logica e rilassante. Le materie umanistiche non facevano per me, troppe cose da ricordare! Devo ringraziare i miei maestri e professori, che sono riusciti ad instillarmi questa passione sin da piccola. Quando un insegnante ama davvero la propria materia l’induzione verso i suoi studenti è quasi una certezza.

La mia carriera da studente in matematica è stata lunga e tortuosa: in seconda superiore ebbi pure il debito! Alle scuole superiori ho frequentato un istituto industriale con indirizzo “Elettronica e Telecomunicazioni”, una scuola in cui le donne si contavano sulle dita di una mano. Scelta azzeccatissima, professori bravissimi e materie tra le più interessanti. Cosa c’è di meglio per un matematico ditoccare con mano dispositivi che derivano o integrano i segnali in ingresso?

La consapevolezza di volermi iscrivere in matematica è arrivata tardi, quasi alla fine della quinta superiore. La domanda classica che mi veniva posta era: “Quindi vuoi fare l’insegnante?” La mia risposta sempre negativa. Non ho mai pensato troppo al domani, a cosa avrei fatto dopo la laurea, ero sicura che mi sarei innamorata di qualcos’altro durante la mia carriera universitaria. Ed ecco che al primo anno mi presentarono la probabilità e al secondo anno la statistica. Sin da subito ho capito che avrei voluto fare statistica applicata alla medicina e delle scelte mirate nelle tesi di laurea mi hanno permesso di indirizzarmi sempre di più verso questo settore della statistica.

Una volta terminata l’università, ho tentato la carriera del matematico in azienda, lo scoglio principale è stato capire dove mandare il curriculum. Dopo alcuni colloqui ho realizzato che avrei preferito ritentare con la statistica medica. Mi sono quindi iscritta ad un master di secondo livello in “Statistica Medica e metodi statistici per l’Epidemiologia” che mi ha permesso di colmare alcune delle mie lacune in questo campo.

La mia formazione accademica si è conclusa con un Dottorato in Matematica e Calcolo Scientifico con settore specifico in Statistica Medica. Durante il dottorato ho svolto un periodo a Londra che mi ha particolarmente formato e che mi ha permesso di crescere.

Al termine del mio dottorato, a malincuore, ho dovuto lasciare la Sardegna per andare a vivere a Milano. Qui ho iniziato un tirocinio formativo presso l’Istituto Nazionale Tumori nell’Unità di Epidemiologia e Prevenzione. In questo periodo mi sono occupata dell’implementazione di modelli statistici e della scrittura di articoli scientifici di Epidemiologia Nutrizionale.

Al termine del tirocinio sono approdata all’Agenzia per la Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano (ATS) tramite un assegno di ricerca dell’Università degli Studi di Milano che è proseguito in una borsa di studio dell’ATS stessa. L’agenzia è stata istituita a gennaio 2016 come fusione di 4 precedenti ASL e copre l’area metropolitana di Milano con una popolazione di circa 3,5 milioni di abitanti. Il mio compito è quello di utilizzare le conoscenze matematiche e statistiche per la risoluzione di problemi reali di statistica sanitaria lavorando a stretto contatto con medici ed epidemiologi. In uno dei progetti che ho seguito in ATS, nell’ambito di una finalizzata ministeriale, mi sono occupata di identificare e sviluppare metodi statistici e matematici per valutare come gli ospedali, che trattano i pazienti affetti da tumore del colon, aderiscono ai percorsi diagnostico-terapeutici e di follow-up misurando l’entità degli scostamenti e la qualità. Ora il mio campo di studio si sta spostando verso l’Epidemiologia Ambientale e sullo studio degli effetti delle esposizioni ambientali sullo stato di salute della popolazione. Ogni giorno mi destreggio tra big data sanitari di oltre 3 milioni di righe che raccolgono informazioni sulle prestazioni ambulatoriali, ospedaliere e farmaceutiche. Questo ha richiesto una buona attitudine (e tanto studio) alla programmazione informatica e statistica coltivata dalle scuole superiori e all’università rispettivamente.

L’inserimento di un matematico in una struttura pubblica, soprattutto di tipo sanitario, non è facile ma le idee stanno lentamente cambiando. Ho solo 31 anni e la mia carriera è appena iniziata ma ho sempre sognato di lavorare per un’azienda di salute pubblica e, con non poca fatica, ci sto riuscendo, sperando che prima o poi la borsa di studio si trasformi in un contratto più solido.