...una matematica di pista!

<< adoro il mio lavoro perchè è il connubio perfetto tra teoria, pratica e passione!!>>

Chi l'avrebbe detto che sarei arrivata a lavorare nel mondo che prima seguivo da appassionata davanti alla tv: le gare della MotoGP??!!

...ebbene proprio grazie alla matematica sono riuscita a raggiungere una delle massime aspirazioni che si possano avere: unire con il lavoro due grandi passioni, per me le moto e la matematica.

Fin da piccola avevo la certezza che la mia vita sarebbe stata affiancata dai numeri: alle elementari avevo deciso di fare la maestra di matematica, alle medie la professoressa e alle superiori lo riconfermavo con una tesina di maturità dal titolo “Matematica contro tutti, snumerati e impertinenti”.

La scelta universitaria è stata dunque semplice in quinta superiore: matematica a Padova, indirizzo didattico!

Poi, durante il secondo anno mi chiedono di decidere i corsi a scelta del terzo, e tra le scelte possibili trovo Programmazione Matematica, Modelli Fisico Matematici e Ricerca Operativa, tutta una dimensione della matematica applicata alla realtà che non conoscevo nè immaginavo!

Incuriosita, cerco informazioni su laureati in matematica e con somma sorpresa scopro che molti matematici lavorano nei più disparati settori!

Entusiasta, viro da esami di didattica ad esami di matematica applicata per il terzo anno e discuto una tesi su dei codici informatici per rendere più veloci i calcoli di serie.

Ormai non ho più dubbi e la scelta dell'indirizzo della laurea magistrale è l'indirizzo modellistico applicativo, ovvero l'utilizzo della matematica come metodo di analisi di dati e modellazione della realtà.

Sono due anni davvero interessanti e che mi fanno crescere come matematico; frequento corsi che vanno dalla crittografia alla teoria dell’approssimazione, dalle decisioni multiobiettivo alla teoria dell’ottimizzazione; nel secondo anno poi vivo anche un periodo Erasmus, che consiglio vivamente, soprattutto per la matematica, il cui linguaggio è universale.

Mi colpiscono le parole di un professore che nell’introdurre il suo corso ci avverte che sarebbe stato paragonabile ad un ponte di legno che collega l’Università al mondo del lavoro, un ponte traballante e insicuro ma che avrebbe comunque permesso l’attraversamento; ci disse che il metodo di insegnamento non sarebbe stato quello tradizionale, tipicamente caratterizzato da moltissime informazioni e certezze e costituito da piccole porzioni di argomenti paragonabili solo a qualche mattone di un inizio di un ponte solido. Questo approccio negli studi della magistrale è quello che mi è servito poi nel mondo del lavoro: il percorso di studi mi ha aiutato ad aprire la mente, ad imparare ad imparare, a sapermi organizzare e, davanti ad un nuovo ostacolo o una nuova tematica, a sapere dove cercare gli strumenti per riuscire a trovare uno schema dietro ad un argomento.

Per la tesi magistrale svolgo uno stage in una nota azienda motociclistica da competizione, avente per tema la parametrizzazione di traiettorie motociclistiche. Terminato lo stage e discussa la tesi, continuo nella stessa azienda ad occuparmi di simulazioni di traiettorie motociclistiche al computer, di analisi dei dati della telemetria e infine dello sviluppo delle strategie elettroniche che si possono impostare nella moto, strategie che vanno a ottimizzare performance, sicurezza ed esigenze del pilota.

Poi ho cambiato azienda, ma sempre un team ufficiale motogp, l’emozione è tanta, e continuo a imparare e a scoprire cose nuove.

Durante l’anno seguo i piloti in giro per il mondo per le gare e i test: durante i weekend di gara si ascoltano i commenti del pilota, si analizzano i dati, e si cerca di fornire rapidamente una soluzione migliorativa. Finalmente la domenica ci si gode la partenza e la gara dal muretto o dal box, trepidando per un buon risultato. Durante la settimana successiva si cercano soluzioni più robuste, anche perchè i dati sono tanti, e bisogna sempre trovare dei metodi per sintetizzare l’informazione, per dare un significato ai dati numerici e questa è davvero la sfida maggiore!

Spesse volte mi sento chiedere com’è che non sono un ingegnere, ed io rispondo che la matematica non è mai stata di ostacolo, ma anzi un punto di forza, perchè mi ha insegnato ad imparare e a vedere i fenomeni sotto una luce diversa, senza pregiudizi. Anche i miei colleghi, meccanici ed elettronici con cui collaboro a stretto contatto, non avrebbero mai pensato di poter parlare così tanto di meccanica con una matematica, e spesso osserviamo divertiti che loro mi stanno “ingegnerizzando” ed io li sto “matematizzando”.

Che dire? Sono dell’idea che come la matematica è il linguaggio che ci circonda, anche noi matematici possiamo aiutare e contribuire a capire la realtà, a trovare un’oggettività e dare un senso a qualcosa, i numeri, che sembrano così astratti e lontani dal quotidiano! Potrei dire che dai dati numerici riconosci il “carattere” e lo stile dei diversi piloti, da Biaggi e Melandri, a Bautista e Iannone.