Gessica Ciccolini

Ho sempre desiderato diventare insegnante e mi sono sempre piaciute sia le materie umanistiche che quelle scientifiche, in particolare matematica. Mi appassionava poter spiegare con semplici parole argomenti che spesso risultavano difficili per molti.

Così mi iscrissi a Matematica all’Università di Genova e seguii il curriculum “Matematica Generale” in modo da lasciare aperta ogni porta per le mie scelte future. Mi laureai nel 2011 e decisi definitivamente che nella mia vita avrei voluto insegnare matematica ma purtroppo in quell'anno non era previsto alcun corso in Italia per ottenere l'abilitazione all’insegnamento.

Poiché il mio fidanzato si sarebbe trasferito a Oxford per fare il dottorato, feci domanda per conseguire il Postgraduate Certificate in Education (PGCE – equivalente all’abilitazione all’insegnamento italiana per la scuola media e superiore) in Matematica all'Università di Oxford. Nonostante non avessi molta padronanza dell’inglese, non conoscessi bene il sistema scolastico inglese e mi fossi presentata al colloquio per il posto in jeans e camicia (mentre tutti gli altri candidati erano molto eleganti!), fui ammessa.

L’anno del PGCE fu senza dubbio il più impegnativo della mia carriera scolastica e lavorativa, ma anche uno dei più formativi e appaganti; ero spesso impegnata dalle 8 alle 23 inclusi i weekend. All’università seguivamo corsi di didattica della matematica, dove spesso lavoravamo in piccoli gruppi, e lezioni di pedagogia e didattica generale. Il corso era integrato da un tirocinio fatto in due scuole diverse per sei mesi. Alle tesine e tante riflessioni sul nostro apprendimento per il corso universitario si aggiungevano la preparazione delle lezioni, la correzione delle verifiche e dei quaderni (in Inghilterra gli insegnanti correggono anche i quaderni dei ragazzi) per il tirocinio. Durante i primi mesi, stanca e senza tempo libero, mi chiesi più volte se sarei riuscita a terminare il corso o se avrei abbandonato come una buona percentuale di coloro che si iscrivono al PGCE. Ma continuai a impegnarmi moltissimo perché mi piaceva insegnare e trovare modi diversi per spiegare uno stesso argomento, e capitava molto spesso che partecipassi a delle lezioni all’università davvero stimolanti con tanti spunti di riflessione. Finii il corso a giugno e nel frattempo feci vari colloqui di lavoro accettando ad aprile un posto a tempo indeterminato in una scuola secondaria vicino a Oxford.

Iniziava così la vera vita lavorativa ma, ispirata da ciò che avevo imparato durante il PGCE, continuai anche ad essere una studentessa poiché mi iscrissi ad un Master in Didattica (MSc in Learning and Teaching) sempre all’Università di Oxford. Ebbi così la possibilità di continuare a riflettere su diversi metodi di insegnamento e di discutere ricerche recenti in didattica della matematica. La mia tesi finale verteva su come instaurare in classe un’atmosfera per ottenerere un atteggiamento attivo dei ragazzi nei confronti della matematica, proponendo e discutendo congetture e dimostrazioni. Sperimentai diverse strategie in una mia classe per poi riflettere sul loro impatto, sempre riferendomi ai risultati ottenuti in letteratura. Il poco tempo libero tra lavoro e studio era molto piacevole: cene formali in college, chiacchierate con amici di culture molto diverse e punting vicino al Tamigi.

Durante il secondo anno di insegnamento divenni Second in Department di Matematica e fui incaricata di rivedere i programmi scolastici e di preparare lezioni e risorse che potessero essere utilizzate da altri insegnanti. Fu davvero interessante riflettere sul perché si studino alcuni argomenti a scuola e non altri e su come far sì che si abbia un apprendimento attivo e non passivo nelle classi. Dopo questi tre anni intensi, formativi e divertenti, l’esperienza inglese giunse al termine e ci trasferimmo a Parigi a causa del lavoro di mio marito, che nel frattempo si era dottorato e avrebbe cominciato un postdoc.

Da allora insegno all’International School of Paris e sono Head of Department di Matematica. Insegno in inglese un programma internazionale (IB programme) e lavoro con studenti che vengono da tutto il mondo. Oltre all’insegnamento, tra le altre cose, sono responsabile della programmazione per tutte le classi, di monitorare l’apprendimento e i risultati ottenuti dai ragazzi durante l’anno scolastico in modo da organizzare attività di potenziamento o recupero, dell’aggiornamento e reclutamento degli insegnanti di matematica e del budget del gruppo di matematica. Nel frattempo ho superato il Concorso Scuola 2016 e sono entrata di ruolo, così da settembre 2017 inizierò ad insegnare in Italia.

Dopo sei anni di ricchissime esperienze all’estero, sono contenta di poter insegnare nella scuola italiana, condividendo ciò che ho imparato e imparando cose nuove. Penso che trascorrere un periodo all’estero dopo o durante l’università sia davvero consigliabile non solo per l’offerta lavorativa che è generalmente più ampia ma soprattutto per arricchire il proprio bagaglio culturale e di esperienze di vita. Ma poi, secondo me, è altrettanto importante ritornare.

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