"L’università mi aveva dato basi solidissime in matematica ed il mio punto forte è sempre stata la subject knowledge ma con tutto il resto mi sentivo alle prime armi."
Almeno per un aspetto la professione dell’insegnante è un po’ come quella del tecnico della nazionale di calcio: tutti pensano che sia non solo possibile, ma anche doveroso suggerirgli la formazione. Fuor di metafora, tutti siamo convinti, forse per il semplice fatto di essere stati a scuola, forse per l’inerzia al cambiamento che caratterizza la struttura e l’organizzazione scolastica, di sapere che cosa voglia dire insegnare. Invece il mestiere dell’insegnante è profondamente cambiato rispetto a pochissimi decenni fa. Nel suo libro L’ora di lezione, Massimo Recalcati scrive: “Abbiamo conosciuto un tempo dove bastava che un insegnante entrasse in classe per far calare il silenzio […] La parola dell’insegnante […] appariva come dotata di peso simbolico e di autorità a prescindere dai contenuti che sapeva trasmettere. Era la potenza della tradizione che la garantiva […] Ebbene questo tempo è finito, defunto, irreversibilmente alle nostre spalle. Non bisogna rimpiangerlo […] Quando un insegnante entra in aula […] deve ogni volta guadagnare il silenzio che onora la sua parola […] facendo solo appello alla forza dei suoi atti”.
a cura di Domingo Paola - Professore di Matematica e Fisica presso il Liceo "G. Bruno" di Albenga, Membro del CIIM