Corrado Coppa

Una laurea in matematica

 

La scelta di iscrivermi a matematica è stata abbastanza semplice, e si è basata più sui miei interessi personali che su un’idea precisa di cosa fare “da grande”. Ero indeciso tra due opzioni, matematica o fisica, e alla fine ho optato per studiare matematica vicino a casa, all’Università di Udine, per acquisire solide basi matematiche in vista di una successiva specializzazione in fisica teorica.

Ho dunque approfittato degli esami a scelta offerti dal mio corso di laurea per seguire corsi di fisica, specialmente fisica “moderna” (come meccanica quantistica o particelle e interazioni fondamentali). La materia che mi è rimasta più impressa è stata però la logica matematica, sia come strumento per formalizzare linguaggi e deduzioni, sia come introduzione al campo affascinante dei fondamenti della matematica. Ho anche capito di non essere interessato all’aspetto sperimentale o di ricerca della fisica, ma alle questioni filosofiche sollevate dalle teorie della fisica sviluppate nell’ultimo secolo.

L’esperienza più importante del mio periodo di studi non è però legata all’ambito accademico. Alla fine del primo anno sono stato eletto rappresentante degli studenti e, quasi per caso, sono diventato Presidente del Consiglio degli Studenti. Questo ha comportato l’onere, e l’onore, di rappresentare gli studenti nei maggiori Organi Accademici in un momento di grande cambiamento per l’Università. Ho avuto la possibilità di uscire dalle aule e confrontarmi con problemi concreti, senza facili soluzioni, dove le prospettive e le priorità delle persone coinvolte nelle decisioni erano molto diverse tra loro.

Corrado Coppa

 

Cambi di direzione

 

Tutto questo mi ha portato a ripensare i miei piani di studio post-laurea. Avevo già deciso di trasferirmi a Londra, dove avevo trascorso un anno durante le scuole superiori. Invece di proseguire con una specializzazione in fisica teorica ho però optato per un Master in filosofia della scienza alla London School of Economics. L’ampia libertà di scelta dei corsi da seguire (che ahimè non è una caratteristica dell’Università italiana) mi ha permesso di continuare a coltivare i miei interessi nella filosofia della fisica e nella logica filosofica e matematica.

Al tempo stesso ho esplorato nuove discipline, e mi sono appassionato alle questioni relative al policy‑making (il processo utilizzato per formulare policies, le politiche dei governi e più in generale le decisioni prese dalle organizzazioni). In particolare, ho studiato i problemi pratici legati all’utilizzo di dati, studi scientifici ed altri risultati sperimentali per decidere quali politiche sostenere.

Ho capito allora che questo sarebbe stato il mio mestiere ideale: contribuire al lavoro di analisi su cui basare queste decisioni. Volevo, tuttavia, scegliere un percorso che mi permettesse di utilizzare le conoscenza matematiche apprese durante la laurea. Ho deciso di partecipare a vari concorsi per laureati organizzati da enti pubblici, e sono stato assunto come analista attuariale (trainee actuary) dal Government Actuary’s Department, un ministero del governo britannico.

 

Cos’è un attuario?

 

A questo punto è d’obbligo rispondere alla domanda che mi sono fatto la prima volta che ho incontrato questo termine: cos’è un attuario? In poche parole, le scienze attuariali si occupano della gestione del rischio, inteso (in questo settore) come un evento futuro di probabilità ed impatto finanziario incerti. Gli attuari e gli analisti attuariali calcolano le probabilità dei rischi e il loro impatto, ne calcolano dunque il “costo”, e sviluppano soluzioni e prodotti per mitigarli o trasferirli.

Le scienze attuariali hanno una forte componente matematica, in particolare di statistica e probabilità, con aggiunte da altre discipline quali l’economia, la finanza e l’informatica. I principali ambiti di impiego degli attuari sono quello pensionistico, assicurativo e finanziario: che si tratti di calcolare contributi pensionistici, il premio (prezzo) di un’assicurazione o di una polizza vita, o il rischio di perdite su un complesso prodotto finanziario, è quasi certo che vengano utilizzati metodi attuariali.

 

Il mio lavoro

 

Il ministero per cui lavoro fornisce analisi e consulenze ad enti pubblici nazionali e di altri Paesi, coprendo i principali ambiti attuariali (pensioni e sistema di sicurezza sociale, assicurazioni e investimenti). Come analista supporto i miei colleghi attuari e mi occupo di studiare dati e banche dati, creare e mantenere modelli (che rappresentano, in forma semplificata, gli aspetti della realtà che ci interessano), produrre analisi (per esempio, il costo futuro del sistema pensionistico nazionale e le corrispondenti entrate contributive) e comunicare i risultati di queste analisi ai nostri clienti (solitamente sotto forma di rapporti scritti). Ho anche sostenuto gli esami organizzati dalla professione degli attuari britannica per ricevere una qualifica formale.

Gli strumenti e le competenze che uso più spesso nel lavoro li ho sviluppati lungo tutto il mio percorso accademico e professionale. In primis le conoscenze matematiche, acquisite sia durante la laurea che studiando per gli esami attuariali; le conoscenze informatiche, sia di calcolo che di programmazione, sviluppate a lavoro; la capacità logica e l’abilità di strutturare problemi complessi, un po’ innate ma certamente potenziate durate il mio percorso accademico; infine l’abilità di comunicare concetti complessi ad un pubblico non esperto, nata dalle mie attività extra-curriculari e perfezionata nel tempo.